Il comodato d’uso gratuito.

Il comodato d’uso è un contratto grazie al quale è possibile consegnare un bene, mobile o immobile, a un altro soggetto stabilendo l’obbligo di riconsegna alla scadenza del termine concordato. È una tipologia di accordo molto diffusa ed è utilizzata sia tra privati che fra imprese. Un esempio di utilizzo di questo contratto è la concessione di una seconda casa ai figli, in modo da ottenere delle agevolazioni di natura fiscale. Stipulare un contratto di comodato d’uso gratuito tra genitori e figli è un modo per ricevere un consistente sconto fiscale sulla seconda casa. Il comodato d’uso gratuito può rappresentare un’ancora di salvezza per i figli che possono non pagare un affitto in casa di proprietà dei genitori, e per i genitori stessi che ottengono in cambio un alleggerimento del carico di tasse sulle proprietà. Se sul contratto non è stato stabilito un termine per la restituzione dell’immobile, il comodato si dice precario, perché il comodatario è tenuto a restituire l’immobile non appena il comodante lo richiede. Tecnicamente il comodato d’uso gratuito è il contratto con cui una parte (il comodante) consegna all’altra (il comodatario) l’uso di una casa (un immobile) per un tempo determinato o per un uso specifico, con l’obbligo di restituire le chiavi al momento del termine del contratto. È bene sapere che parlare di “affitto in comodato d’uso gratuito” è una consuetudine ma in realtà non è del tutto corretto, infatti non è un vero contratto di affitto. Il comodato d’uso non va confuso con il contratto di locazione (affitto). Quest’ultimo presuppone che l’immobile sia concesso in godimento dietro pagamento di un canone. Chi concede un bene in comodato, invece, lo fa a titolo gratuito, senza pretendere nulla in cambio. Chi riceve un immobile in comodato d’uso gratuito deve: 1) custodire e conservare l’immobile con diligenza e cura, 2) utilizzare il bene ricevuto in comodato (la casa) solo per l’uso determinato dal contratto, 3) usarlo esclusivamente, Il senso di questa regola è che chi vive in una casa in comodato d’uso non può concederla ad altri (in affitto o in comodato). 4) restituire l’immobile alla scadenza del contratto o – in mancanza di termine – quando il proprietario lo richiede. Il contratto di comodato di un bene immobile deve essere registrato entro 20 giorni dalla data dell'atto; per poter registrare il contratto di comodato bisogna presentare in qualunque ufficio territoriale della stessa Agenzia il modello di richiesta di registrazione (modello 69) in duplice copia e la ricevuta del pagamento di 200 euro per l'imposta di registro effettuato con modello F24 (codice tributo 1550). Oltre all'imposta di registro, si deve versare l'imposta di bollo, "che si assolve con i contrassegni telematici (ex marca da bollo) aventi data di emissione non successiva alla data di stipula". Nello specifico, "l'importo dei contrassegni deve essere di 16 euro ogni 4 facciate scritte e, comunque, ogni 100 righe"

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